Vogliamo un’Italia libera dalle coltivazioni geneticamente modificate. La presidenza italiana deve prendere una posizione chiara in merito, appoggiando la proposta del Parlamento Europeo, secondo la quale ogni Stato può decidere di mettere al bando la coltivazione Ogm dal proprio territorio.

ogmInsieme ad alcuni colleghi ho firmato una lettera indirizzata ai 28 capi di Stato e alla presidenza italiana dell’Ue per sottolineare come il Parlamento Europeo abbia notevolmente migliorato la proposta del Consiglio (summit tra i capi di Stato e di governo dell’Ue) in materia di coltivazioni transgeniche, perché consente all’Italia e agli altri Paesi dell’Ue di bandire la coltivazione Ogm dal proprio territorio. Non solo. I singoli Stati potranno vietare gruppi di colture Ogm e non solo agire caso per caso, come nella normativa proposta dai capi di Stato. Il Parlamento Europeo ha chiesto inoltre di varare limiti molto più severi per evitare che le coltivazioni transgeniche contaminino quelle tradizionali o biologiche, sollecitando la soppressione della norma che prevede un limite di due anni a partire dall’approvazione Ue entro cui gli Stati possono imporre il divieto di coltivazione.

Altro deciso passo avanti riguarda la posizione degli Stati nei confronti delle società biotech. Il Consiglio Europeo voleva che gli Stati negoziassero direttamente con le società biotech l’eventuale decisione di vietare gli Ogm sul territorio. Il Parlamento modifica questo orientamento e rende difficile per le industrie biotech contrastare le normative nazionali.
Altro punto fondamentale è l’introduzione, da parte del Parlamento Europeo, della motivazione ambientale per applicare uno stop nazionale agli Ogm. Nella normativa proposta dagli Stati, per fermare le coltivazioni geneticamente modificate potevano essere invocate soltanto ragioni socioeconomiche, di uso dei terreni e di pianificazione urbana.

La posizione del Parlamento esprime un netto no alla linea pro Ogm del Consiglio caldeggiata soprattutto dal Regno Unito, ma lascia ancora dei coni d’ombra perché esistono Paesi relativamente vicini all’Italia, come la Spagna, che continuano ad usare coltivazioni transgeniche.
arancia-ogmQuesto è un fattore non trascurabile. Le coltivazioni non sono realizzate in serra, ma all’aperto e le sementi viaggiano di regione in regione. Anche quelle modificate. Andando a intaccare anche le coltivazioni biologiche, che già oggi non sono totalmente bio, perché il marchio europeo del biologico viene concesso dall’Unione Europea anche quando contiene una contaminazione Ogm fino allo 0,9%.

Come portavoce del Movimento 5 Stelle credo in Europa libera dagli organismi geneticamente modificati, che tuteli davvero la biodiversità agroalimentare. Mirare ad obiettivi più ambiziosi quando si tratta di tutela ambientale, alimentare e agricola, è doveroso.
Nelle prossime settimane, Parlamento, Commissione Europea e capi di Stato cominceranno i negoziati per redigere il testo definitivo della legge. La presidenza italiana dovrà fare in modo che gli sforzi migliorativi del Parlamento non vadano in fumo.