Se oggi compriamo tortellini o lasagne pronte, oppure salsicce, hamburger o prodotti caseari come yogurt e formaggio in etichetta non abbiamo alcuna informazione sull’origine delle materie prime che li compongono.

Da tempo il M5S sta conducendo una battaglia per dare ai consumatori tutti gli elementi necessari a compiere scelte consapevoli, in modo da scegliere gli alimenti che ritengono più adatti alla loro alimentazione e a quella dei loro figli.

In aula a Strasburgo siamo tornati a chiedere che l’etichetta per i prodotti lavorati e per quelli lattiero-caseari deve essere obbligatoria e non soltanto volontaria.

Marco Zullo M5S Europa etichette alimentari paese di origine

I costi di produzione per le aziende produttrici aumenterebbero in maniera irrilevante, come riportato in questo studio condotto dall’associazione dei consumatori francese Que Choisir.

I cittadini vogliono sapere da dove viene e come viene prodotto ciò che mangiano. Un sondaggio pubblico lanciato dal ministero delle Politiche Agricole nel 2015 ha evidenziato che per 9 italiani su 10 l’origine degli alimenti deve essere indicata in etichetta. A livello comunitario, inoltre, il sondaggio dell’associazione europea dei consumatori mostra che il 70% dei cittadini dell’Ue vuole sapere da dove viene il cibo che mangia. Cifre che salgono al 90% quando si parla di origine della carne.

Al momento, l’origine dei prodotti in etichetta é obbligatoria per olio d’oliva, manzo, maiale, pollo, pecora e capra, la maggior parte di frutta e verdura, uova e miele. La Commissione Europea non può ignorare il messaggio lanciato oggi dal Parlamento Europeo: estendere l’origine dei prodotti in etichetta i prodotti lavorati e per quelli lattiero-caseari.