Ben 92 mila euro di soldi pubblici per mettere in piedi un sito Internet che il mese scorso, dopo appena tre anni di attività, ha già chiuso. E’ quanto ha stanziato la Regione Fvg per permettere a Informest, il Centro servizi e documentazione per la cooperazione economica internazionale, di realizzare il sito web www.expolive.it. Un sito inaugurato nel 2013, ma che ha chiuso i battenti il 3 marzo scorso, dopo appena tre anni di attività. Basterebbe questo a far capire che assurdo spreco di denaro pubblico e che inaccettabile mancanza di rispetto verso i cittadini sia stato l’investimento in un sito che ha già smesso di esistere. Ma purtroppo c’è molto di più.

La piattaforma informatica Expòlive doveva servire da vetrina per le imprese regionali, che potevano caricare gratuitamente il proprio catalogo di prodotti e servizi offerti così da facilitare la ricerca di partner commerciali stranieri. Uno spazio web semplice semplice che è costato qualcosa come 52 mila euro di programmazione, 20 mila di grafica, 10 mila di implementazione con altri 10 mila di traduzione e, udite udite, supporto metalinguisitico, ossia la scienza che riflette su principi, metodi e finalità del linguaggio. Un cachet esorbitante pagato alla Informest, la quale dopo soli tre anni ha deciso di chiudere il sito, segno che la piattaforma non ha creato per nulla valore aggiunto alle nostre imprese.

Marco Zullo M5S Europa spreco soldi pubblici costi politica informest 1

L’unico valore di questa storia, quello monetario, è andato a guadagno dell’Associazione Informest di Gorizia, che dalla Regione, e dunque dai cittadini, ha avuto prima 280 mila euro di fondi grazie alla legge regionale 11/2011 per creare un fantomatico “International Desk” in grado di favorire l’approccio delle nostre imprese al mercato russo; quindi altri 100 mila euro dalla legge 14/2012.

Proprio grazie a questi 100 mila euro è stato organizzato il convegno internazionale Expòlive per creare “opportunità di business con la federazione russa”, in cui è stato lanciato il sito che ha chiuso i battenti il 3 marzo. Un convegno dove spiccano le più alte personalità della nostra politica. Da Alvaro Cardin ex sindaco ed ex presidente della Fiera di Pordenone, coinvolto in Tangentopoli; a Elio De Anna all’epoca assessore alle Politiche Comunitarie, un assessorato che tra l’altro ha visto andare in fumo milioni di euro di fondi europei. Una responsabilità condivisa con Federica Seganti, assessore alle Politiche Comunitarie prima di De Anna, anche lei presente al convegno. E non parliamo di Michele Agrusti, ex Democristiano, anche lui coinvolto in Tangentopoli, nonché nello scandalo di Telecom Brasile; e di Silvano Stefanutti, che ha da poco portato alla bancarotta la fondazione regionale Villa Russiz.

Senza contare che in tutto questo sperperare di soldi pubblici, la Informest aveva subappaltato il “progetto esecutivo e il lavoro preparatorio, inclusa la ricerca di aziende russe in congruo numero per il lancio della piattaforma telematica” alla S.C.I.C srl, in cui uno dei due soci e amministratori, insieme a Gina Berton, è Gianni Bravo, guarda caso ex presidente di Informest.

Insomma, una serie di prassi da prima repubblica che ci lasciano con uno spreco enorme di denaro pubblico e con una questione sospesa: dove è finito il sito Expolive?