Oggi le piattaforme online europee si possono contare sulle dita di una mano e generano appena il 4% del mercato globale. Tra quelle più diffuse possiamo annoverare BlaBlaCar e SkyScanner, ma dietro di loro c’è il vuoto.

La triste verità è che le nostre piattaforme non sono in grado di competere sul mercato globale, subiscono il mercato invece di crearlo, non vivono in ambienti in cui l’innovazione è promossa e finanziata. Abbiamo centinaia di brillanti start-up che negli Stati Uniti sarebbero in grado di diventare le nuove Amazon, ma che in Europa annaspano per la mancanza di finanziamenti e di un quadro normativo certo.

E’ necessario porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi. E dobbiamo farlo subito. In Europa continuiamo ad andare al trotto, mentre oltre Oceano si galoppa.

Dobbiamo, da subito, contrastare trattamenti fiscali di favore nei confronti delle piattaforme statunitensi. Le tasse, lo ribadiremo sempre, vanno pagate dalle piattaforme nei Paesi in cui viene effettuato il servizio. Altrimenti come può una piccola start-up giocare ad armi pari in mercati dove, tra l’altro, sono già presenti veri e propri monopoli? E non è forse giunta l’ora di impedire eccessive concentrazioni di mercato nelle mani di pochi?

L’Unione deve investire e favorire maggiormente lo sviluppo di piattaforme online anche in Europa: queste sono un elemento chiave per il futuro del nostro mercato digitale.

Qui il mio intervento in Commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori.