Spingere verso una campagna di vaccini obbligatori non è la strada migliore: la via maestra è quella della raccomandazione e di una informazione corretta ed esaustiva nei confronti dei genitori, che devono avere tutte le conoscenze necessarie per compiere una scelta consapevole e responsabile nei confronti dei loro figli e della comunità. Rendere obbligatorio un vaccino, pena la mancata iscrizione negli asili o nelle scuole, non avrebbe nessun effetto sulla consapevolezza dei genitori.

In merito alla vaccinazione la Regione Friuli Venezia Giulia si dovrebbe invece mobilitare e avviare delle campagne informative coinvolgendo le Aziende sanitarie, i pediatri e le istituzioni affinché i genitori vengano informati esaustivamente per metterli in grado di compiere questa importante scelta per la salute dei propri figli e della comunità. Introdurre semplicemente un obbligo consentirebbe, forse, di aumentare la percentuale di bambini vaccinati ma senza fare un passo avanti nei confronti della crescita della comunità.

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L’Italia sull’argomento vaccini è controcorrente rispetto al resto dell’Europa e denota un’arretratezza su questo argomento. L’orientamento prevalente negli Stati europei è infatti la raccomandazione e non l’obbligo nelle vaccinazioni: metà degli stati membri non adotta nessun vaccino obbligatorio, pur mantenendo percentuali di vaccinazione molto elevate. La copertura vaccinale media in Europa è infatti del 93 per cento, il che evidenzia come molti programmi europei risultino efficaci anche senza l’obbligo.

Ritengo sia fondamentale potenziare le campagne di informazione, offrire ai cittadini le corrette indicazioni, attuare riforme sociosanitarie per indirizzare verso forme di vaccinazioni personalizzate, migliorare le condizioni igieniche scolastiche e mantenere una corretta e sana educazione alimentare, sono alcune delle proposte strategiche che la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Italia dovrebbero tenere presenti per migliorare la situazione sanitaria nazionale.