La proposta legislativa sull’accessibilità dei prodotti e servizi sta raccogliendo l’attenzione di tutti quei cittadini, e sono 80 milioni in tutta Europa, che si trovano in condizioni di disabilità, minori funzionalità o comunque condizioni particolari, e che vogliono una normativa che risponda in modo efficace alle loro esigenze.

Credo perciò che sia un dovere di questo Parlamento arrivare ad una posizione ambiziosa in merito, che metta questi cittadini nella condizione di poter usufruire appieno dei beni e dei servizi presenti sul mercato, sia per il loro benessere e per la loro dignità, sia per le positive ricadute economiche collettive.

Per questo, ad esempio, ritengo che debba rientrare nell’ambito di questa direttiva anche il cosiddetto “ambiente costruito”: se il servizio è accessibile, ma non lo è l’ambiente in cui è inserito (pensiamo ad un bancomat accessibile ma collocato in un edificio non accessibile) è chiaro che qualsiasi utilità viene meno. Lasciare la possibilità di inserire questo obbligo alla discrezionalità degli Stati membri non è sufficiente, dobbiamo assicurarci che sia ben esplicitato anche nella norma di base per non vanificare le buone intenzioni.

Allo stesso modo sappiamo che questa transizioni di prodotti e servizi potrebbe pesare sugli oneri delle piccole imprese. Infatti, proprio per garantire che anche PMI e microimprese riescano a garantire l’accessibilità dei prodotti senza doverci rimettere, credo che queste debbano essere tutelate inserendo la finalità dell’accessibilità tra i programmi di finanziamento dedicati alle aziende di questo tipo.

Sono certo che daremo una risposta seria ed efficace ai bisogni dei cittadini che ci interpellano in queste settimane.