Avere un’Unione Doganale significa che in Europa tutti gli Stati applicano le stesse tariffe esterne a tutte le importazioni extra-UE e seguono le stesse regole doganali.

Ma questo non accade:
le pratiche di sdoganamento variano da Stato a Stato,
così come e le sanzioni, che vanno dal semplice pagamento di una mora in qualche Stato, a conseguenze penali in altri Stati.

In questo contesto, i Paesi che attuano controlli più morbidi – come quelli del Nord Europa – attirano più merci e, dunque, più guadagni.

Il problema è che controllando meno, questi Paesi rischiano di far entrare in Europa, e quindi anche negli Stati dove i controlli sono più ferrei, come in Italia, merci contraffatte o batteri, come nel caso della Xylella.

Quindi ben venga questa risoluzione, alla quale abbiamo contribuito sollecitando la Commissione Europea ad uniformare i controlli doganali in tutta Europa.

Vogliamo che le dogane europee utilizzino tutte lo stesso sistema informatico, e che sia garantita la sua interoperabilità
con i sistemi di certificazione sanitaria per l’importazione di alimenti, prodotti cosmetici, dispositivi medici, prodotti di origine vegetale e certificazioni animali.

Le procedure adottate devono essere uniformi, ma anche chiare e semplici, in modo da non creare inutili costi burocratici per i cittadini e per non gravare sulle Pmi.
Questo è il mio intervento in plenaria del 15 dicembre 2016.