L’economia circolare ci riguarda tutti: riguarda l’ambiente, le realtà aziendali, i loro modelli di lavoro, l’intera catena industriale. Si tratta di una rivoluzione ambientale, economica e culturale che chiama in causa produttori, consumatori, politici, enti governativi e, soprattutto, i cittadini.

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La crisi economica ci ha mostrato come lo sviluppo economico non coincide necessariamente con la crescita del Prodotto interno lordo (Pil), ma riguarda il benessere collettivo e il rapporto equilibrato tra la società umana e l’ambiente in cui vive.

L’economia circolare è un cambio di mentalità. Fino ad oggi abbiamo adottato un modello di economia di tipo lineare che procede secondo lo schema produci – usa – getta. Questo modello prevede che ogni prodotto soddisfi UN solo bisogno e una volta soddisfatto quello diventi un rifiuto da smaltire e quindi un problema dal punto di vista ambientale. Chiaramente questo modello però non è più sostenibile per il nostro pianeta. Ma non solo per il piante, anche per le persone, che vengono concepite proprio come dei prodotti usa e getta da sfruttare unicamente. Per questo motivo oggi occorre cambiare l’impostazione del modello di sviluppo economico. Non si tratta di una scelta, ma di una questione di tempo. Il passaggio da economia lineare a economia circolare è infatti inevitabile ed irreversibile.

Ecco perché il M5S vuole sostituire il modello di economia tradizionale con un modello circolare che si rigenera di ciclo in ciclo.

Al contrario del modello lineare, per l’economia circolare i rifiuti sono una risorsa essenziale. Obiettivo primario dell’approccio circolare è infatti l’estensione del ciclo di vita dei prodotti. Secondo questo approccio ogni prodotto, una volta soddisfatto un bisogno, può rinascere sottoforma di qualcos’altro, cambiare funzionalità e riacquistare valore senza diventare scarto. Riuso- riciclo- recupero è il paradigma della sostenibilità su cui si basa la nuova mentalità economica che il MoVimento ha in programma.

E non dobbiamo pensare solo ai vantaggi ambientali, o alla minore produzione di Co2, perché l’economia circolare produce anche lavoro nelle comunità locali. Infatti, quando rompo un oggetto, e questo è ancora riutilizzabile, lo porterò da qualcuno della mia località ad aggiustare, invece di comprarlo nuovamente, magari da un Paese dall’altra parte del mondo.

Dall’alluminio, all’acciaio, dalle plastiche, alla carta, pensate quante materie potremmo riciclare e riutilizzare, e quanti posti di lavoro potrebbero essere creati.

L’economia circolare è il punto in cui natura, benessere sociale ed economia coesistono!