Dopo settimane, ancora non è stata fatta chiarezza sullo scandalo della carne brasiliana avariata.

Notizie più e meno preoccupanti si susseguono sui media, e perciò, di fronte a questa incertezza, mi sono rivolto direttamente al Commissario alla Salute Andriukaitis durante la sessione plenaria del Parlamento.

Le informazioni che abbiamo ricevuto dalla Commissione sono tutt’altro che sufficienti a rassicurarci. Non dimentichiamo che queste carni vengono importate in Unione europea e distribuite in tutti i Paesi membri, finendo sulla tavola di milioni di cittadini: insomma, questo cibo è stato distribuito ovunque indiscriminatamente e chiunque potrebbe averlo mangiato.

Nonostante da più parti si cerchi di minimizzare, lo scandalo emerge chiaramente in tutta la sua gravità. É grave che ad accorgersi della carne avariata siano state le autorità investigative brasiliane, mentre la cosa é completamente sfuggita alle dogane europee. Non è la prima volta che constatiamo come alcuni porti europei si dimostrino inadeguati al controllo della merce da Paesi terzi.

Sembrerebbe che il porto attraverso cui la merce dei produttori sanzionati sia arrivata nell’Unione sia quello di Rotterdam. Lo stesso attraverso il quale è entrato in Europa il contagio Xylella. Sarà un caso? Una sfortunata coincidenza?

Potrebbe, ma a maggior ragione è il caso di indagare a fondo sul funzionamento delle nostre dogane, e di alcune in particolare, e di verificare se queste mancanze siano dovute a lassismo e superficialità o, addirittura, a connivenza e pratiche di concorrenza sleale, attraverso le quali alcuni “varchi” cercano di apparire più “appetibili” agli importatori e aumentare così il volume dei propri scambi.

Come se ciò non bastasse, nella rete criminosa pare siano coinvolte anche le autorità di controllo brasiliane. Una situazione che si sta verificando proprio nel momento in cui è in corso il negoziato sull’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (paesi del sud America) i quali hanno più volte ribadito che dovranno essere avvantaggiati nell’esportare carne nell’Ue: una richiesta che già preoccupa i produttori europei per la qualità del prodotto in entrata. La Commissione e le grandi multinazionali hanno sempre liquidato l’argomento come allarmismo privo di fondamento, ma ora le notizie che ci arrivano dal Brasile confermano che questi timori sono tutt’altro che infondati.

E non rassicura il fatto che la stessa Commissione, per sua stessa ammissione, abbia appreso la notizia dai media prima ancora che dal governo brasiliano.

Ritengo sia il caso di escludere senza indugio dai negoziati il settore della carne fino a quando ogni aspetto non verrà chiarito in modo inequivocabile. Troppi aspetti di questo scandalo restano ancora poco chiari: siamo ben lontani dal poter dirci sicuri, tutt’altro. Mentre la Commissione tarda a prendere provvedimenti, la salute e la sicurezza dei suoi cittadini continuano a non essere tutelate.